Con
la ripresa in grande stile dei pellegrinaggi si fece sempre più
sentire la necessità di migliorare la viabilità
degli itinerari che portavano alle mete delle tre ”peregrinationes
maiores”… Ciò determinò particolare
rispondenza degli altopascesi alle esigenze della società
medievale dell’epoca, nella quale era in atto uno sviluppo
inusitato delle comunicazioni: è stato giustamente affermato
che la strada è da considerare la vera protagonista del
rinascimento economico dei secoli XII e XII … Ed ecco quindi
nascere quella che diverrà una prerogativa dei frati di
Altopascio: la costruzione e la manutenzione dei ponti e dei traghetti.
Nell’ XI° secolo, infatti, ben pochi erano i ponti
esistenti anche lungo le principali vie di comunicazione: per
lo più i corsi d’acqua venivano superati mediante
guadi, oppure (nel
caso dei fiumi maggiori) per il tramite di traghetti. Ora, dato
che l’attraversamento di un fiume rappresentava forse il
principale ostacolo che il pellegrino incontrava lungo il suo
cammino, è comprensibile l’ampliamento della sfera
d’intervento dell’Ordine, che conferirà allo
stesso un indiscusso riconoscimento “professionale”
per quanto atteneva alla realizzazione di ponti e traghetti. Non
a caso, quindi, l’intervento dei frati del Tau è
documentato lungo la via Francigena per la costruzione o per la
gestione del transito dei ponti sull’Arno, sull’Elsa,
sull’Usciana e sul Taro.
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