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CULTURA |
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Per
ripercorrere le tracce e rivivere le vicende
che segnarono la storia dei vari popoli che con le loro gesta
e le loro vicessitudini segnarono il destino di quest'isola, vi
proponiamo degli itinerari tematici di sicuro interesse.
La Sardegna è una delle terre più antiche d'Europa,
frequentata fin dal Paleolitico, ma abitata stabilmente dall'uomo
molto tardi, nel Neolitico, intorno al 7000 a. C..
I primi insediamenti umani della Gallura e della Sardegna settentrionale
furono capanne vicino al mare, di genti provenienti probabilmente
dalla penisola italiana e, in particolare dall'Etruria (Toscana).
Coloro che abitarono per primi le zone centrali intorno agli stagni
di Santa Giusta e di Cabras pare provenissero dalla Penisola Iberica,
mentre quelli che popolarono il Golfo di Cagliari erano verosimilmente
africani. Perciò si può dire che in Sardegna non
si ebbe mai un unico popolo ma tanti popoli.
Col tempo i popoli sardi si uniformarono culturalmente per lingua
e costumi, e uno dei motivi fondamentali di questa unione fu soprattutto
il culto religioso fondato sulla Dea Madre, nutrice e generatrice
di tutto ciò che vive. Con l’affermarsi e lo svilupparsi
dell’era dei metalli, il territorio conosce la civiltà
dei nuraghi
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(XVI – VI secolo).
Quest’epoca, eccezionale espressione protostorica del Mediterraneo,
è caratterizzata dalla straordinaria edificazione di grandi
torri a più piani, realizzate in pietra e senza alcun altro
materiale legante, che rappresentano veri e propri esempi di alta
ingegneria. Tali monumenti testimoniano di un popolo evoluto e
sapiente con una organizzazione sociale ben codificata, la cui
economia di base era la pastorizia e l’allevamento. |
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Vogliamo
proporvi un viaggio a ritroso nel tempo, facendovi
visitare tutti gli insediamenti più importanti che custodiscono
le tracce del passaggio di questi popoli. Potrete così
visitare le costruzioni ciclopiche di quella cultura megalitica
come i circoli e gli allineamenti di menhir di Goni, i dolmen
di Sa Coveccada e di Motorra, la ziqqurat di Monte d'Accoddi.
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Vi
proponiamo una visita di particolare interesse al museo dei menhir
protoantropomorfi e le "statue menhir" di Laconi.
Visiteremo i luoghi dove si praticava la religione sciamanica
delle popolazioni protonuragiche e nuragiche: dai "pozzi
sacri" nuragici dove venivano realizzati i riti pagani come
l'Ordalia, alle grotte usate anche come Tempio ipogeo per il culto
delle Acque e della Madre Terra o in genere come templi per riti
religiosi.
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Per conoscere
le
credenze religiose sul culto dei defunti e la concezione della
morte, vi faremo visitare le sepolture collettive nuragiche chiamate
"tombe dei Giganti", e le necropoli a grotticelle chiamate
“domus de janas” (case delle fate), alcune riutilizzate
in periodo bizantino come chiese rupestri (Bonorva "S.Andrea
Priu"). Come saranno di sicuro interesse città puniche
di Nora e Tharros e la necropoli punica e le catacombe cristiane
del Sulcis. |
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Ma
la vera sorpresa per chi ancora non conosce la civiltà
nuragica è la visita ai templi - fortezza di Santu Antine
di Torralba, Su Nuraxi di Barumini, Nuraghe Arrubiu di Orroli
e a tanti altri nuraghi non meno importanti. Potrete veramente
toccare con mano la vita degli uomini di quella civiltà,
ancora avvolta dal mistero, visitando i villaggi nuragici di Serri
e di Dorgali, costituiti da una moltitudine di capanne circolari
di pietra col tetto di paglia, simili alle attuali "pinnette"
dei pastori, ed i loro pozzi sacri.
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Altra tappa di particolare interesse sarà
la visita al museo archeologico di Cagliari, dove sono custoditi,
tra le altre cose, i più importanti bronzetti nuragici. |
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Il
territorio, immenso museo all’aperto, ha conosciuto numerose
altre culture e civiltà che, spesso rielaborate in forme
autonome e originali, hanno lasciato segni e tracce indelebili:
Fenici, Celti Iberi, Etruschi, Cartaginesi, Romani, Vandali, Bizantini.
Con la visita a tutti i musei territoriali potrete ammirare la
bellezza della manifattura di oggetti di uso quotidiano e la preziosità
di monili e gioielli che sono il segno della sovranità
e della religiosità di quelle genti.
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A
causa delle continue scorrerie degli Arabi nelle coste sarde,
la Sardegna rimase isolate e dovette auto difendersi, perciò
il governatore Bizantino "judex provinciae" dei distretti
militari divenne un capo supremo unico, con poteri civili e militari:
per una migliore difesa dell'isola egli demandò i propri
poteri ai quattro suoi luogotenenti di Torres, Gallura, Arborea
e Cagliari, che intorno al 900 d.C. si resero indipendenti diventando
essi stessi "judikes" ( in sardo = re) del proprio territorio.
Ciascun regno aveva frontiere con castelli a guardia dei propri
interessi politici ed economici, proprio parlamento, proprie leggi,
proprie lingue nazionali, proprie cancellerie, propri emblemi
e simboli statali. In seguito, Genovesi e Pisani si contesero
in varie riprese i territori finché dalla seconda metà
del XIII secolo in poi quasi tutta la Sardegna fu sotto l'influenza
politica e culturale della potente repubblica marinara di Pisa. |
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Fin
da periodi remoti è radicato nei sardi il senso religioso,
che da pagano si è poi trasformato in cristiano con il
monachesimo orientale, durante la dominazione bizantina. Numerosi
Ordini religiosi toscani ma anche francesi, tra i quali Benedettini,
Vallombrosani, Cassinesi, Cistercensi, Francescani, e alcuni Ordini
religioso-militari, tra i quali Templari, Ospitalieri di S. Giovanni,
Teutonici e Frati Cavalieri di Altopascio, arrivarono nell'isola
contribuendo alla diffusione della cultura e delle arti: fu questo
un momento fiorente per l'architettura in Sardegna con particolare
diffusione dello stile romanico delle chiese e dei monumenti civili
e militari.
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Ancora
oggi è possibile ripercorrere i percorsi religiosi di pellegrinaggio
cristiani, direttamente collegati ai riti e pellegrinaggi iniziatici
pagani, attraverso i luoghi e le testimonianze di quelle genti
che da secoli ripetono tali riti e che conservano i miti e le
leggende legate al mondo antico ed alle numerose popolazioni che
visitarono questi luoghi e che lasciarono una loro traccia indelebile.
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Attraverso le tappe ai numerosi Santuari di
pellegrinaggio
e visitando le cattedrali e le chiese romaniche, disposte lungo
sentieri ed itinerari che anticamente le congiungevano, potrete
percepire l'atmosfera mistica che pervade quei luoghi e il senso
di assoluto ancora oggi è presente. |
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Mani esperte crearono questi gioielli architettonici che giungono
fino a noi vincendo le intemperie del tempo: di ciò che
è andato irrimediabilmente perso potrete trovarne traccia
nei musei medioevali, che custodiscono veri tesori d'arte e di
fede. Crocifissi, statue, dipinti e retabli, ma anche oggettistica
e ceramiche preziose. |
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Ma
quello che più di ogni altra cosa rimane a dimostrazione
degli eventi storici che segnarono la storia dell'isola e delle
genti del Mediterraneo, sono i castelli e le fortificazioni medioevali
che ancora si ergono a baluardo nelle città e nei punti
strategici nelle varie località dell'isola: potrete visitare
i castelli eretti dai pisani nel Sulcis a difesa delle miniere,
i castelli di frontiera dell'antico giudicato d'arborea o quelli
eretti dai genovesi come difesa dei loro possedimenti.
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Ma nel 1323 Giacomo II d'Aragona si alleò
con i re d'Arborea ed occupò i quasi tutti i territori
pisani, e nel 1409 il re Martino il giovane, erede d'Aragona,
sconfisse i sardi giudicali a Sanluri conquistando definitivamente
tutta la Sardegna. Il "Regno di Sardegna" restò
iberico per ben 400 anni, dal 1323 fino al 1720, assorbendo molte
tradizioni, costumi, espressioni linguistiche e modi di vita spagnoli,
oggi rappresentati nelle sfilate folkloristiche di S. Efisio a
Cagliari, della Cavalcata Sarda a Sassari e del Redentore a Nuoro. |
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Poi arrivarono
gli Austriaci ed i duchi di Savoia, con i quali il regno si italianizzò,
trasformandosi nel 1861 in Regno d'Italia e quindi entrando a
far parte dello Stato italiano quale è oggi. |
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Vivrete
e toccherete con mano la storia dei popoli che attraversarono
a più riprese quest'isola, ma anche la storia delle genti
isolane che nonostante ciò hanno saputo tener fede ai loro
ideali di rispetto ed integrità morale: nei vari musei
etnografici potrete vedere
come attraverso i secoli il lavoro e l'opera dell'uomo sardo non
è mutata, ma ha saputo mantenere inalterata quelle caratteristica
e quella preziosità di intenti che la contraddistinguono.
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