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Monasteri
Medioevali e vie di pellegrinaggio |
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Periodo
Consigliato: |
Tutto L'anno |
Difficoltà: |
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Durata: |
12 ore soste e pranzo inclusi |
Prezzo: |
€ 55 (minimo 25 partecipanti) |
Equipaggiamento: |
Comune secondo la
stagione.
Macchina fotografica, Telecamere o dei binocoli.
Nelle giornate calde è bene portare con sé: un berrettino
o una bandana |
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Quello
dei giudicati fu un periodo di notevole sviluppo nella nostra Isola, non solo nel campo economico, ma anche in
quello culturale e artistico. Barisone I, Re del regno di Torres, chiese
ed ottenne dall'Abate di Montecassino l'invio nell'isola di
monaci benedettini affinché portassero
in Sardegna le nuove tecniche nelle colture agricole. La loro
presenza dette un forte impulso alla lavorazione
della terra, e l'arrivo di altri monaci un pò da tutte le parti
d'Europa portò una ventata di rinnovamento in tutte le arti, una
rinnovata gestione delle comunicazioni, importanti innovazioni nel
campo assistenziale. Ancora oggi
chi guarda il paesaggio sardo, rimane colpito dalla presenza di un gran numero di
edifici in stile romanico.
Ed è in quello stile, che nei secoli seguenti (XI-XIII),
vennero erette in tutta l'isola un gran numero di chiese ed
abbazie. Molte
di esse, grazie anche ad un uso sapiente delle pietre
con cui vennero costruite, sono rimaste inalterate nel tempo,
altre invece hanno subito devastanti alterazioni o addirittura
sono scomparse a causa dell'incuria stessa dell'uomo.
Noi vi vogliamo far conoscere questo patrimonio monumentale di
inestimabile valore storico ed artistico che tanto influenzò
gli uomini e la sorte dell’isola nel periodo medioevale.
Alle h. 7,30 con partenza da Oristano, si prende posto sul pullman
per ripercorrere il tragitto, chiamato anticamente
“S'istrada ‘e sos Padres” cioè “la
via dei Monaci cenobiti”, che unisce i luoghi ed i monasteri
religiosi più importanti dove risiedevano Ordini religiosi
e religioso-militari, e che i pellegrini medioevali percorrevano
come motivo di espiazione e penitenza, ma anche di riflessione
interiore.
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Alle
h. 08.30 raggiungiamo, come prima tappa, il complesso benedettino
di San Pietro di Sorres, posto su un colle nei dintorni dell’abitato
di Borutta, la cui cattedrale romanica risale al XII secolo:
questo capolavoro di ispirazione cistercense è caratterizzato da
sostanziali affinità con architetture toscane, le trachiti nere e
calcari chiari con intarsi marmorei, ma anche da influssi di
maestranze francesi borgognone per le volte cupoliformi e per la
zebratura del paramento interno che offre un curioso riscontro con
l’abbazia della Maddalena a Vezelay.
Lungo
un percorso di pellegrinaggio non potevamo non trovare un antico
luogo di accoglienza per pellegrini e viandanti: alle h. 09.30 arriviamo
infatti presso la chiesa di Santa Maria di Seve, in territorio di
Banari,
dove si possono vedere ancora oggi i locali annessi dove i Frati
Cavalieri dell’Ordine di San Giacomo di Altopascio rifocillavano
e all’occorrenza curavano chiunque chiedeva sostentamento
presso di loro.
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Raggiungiamo
poi la chiesa di Sant'Antioco di
Bisarcio presso Ozieri: imponente e suggestiva, fu edificata intorno
alla fine del sec.
XI in forme e linee del romanico pisano, e fu cattedrale dell’antica
diocesi di Bisarcio.
Da qui si riparte per raggiungere l’abitato di Ardara
nel cui interno sorge la basilica di Nostra Signora del Regno:
fatta edificare in stile romanico toscano dai regnanti del
giudicato di Torres, fu cappella palatina e custodisce ancora oggi il prezioso
Retablo Maggiore (anno 1515).
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La
tappa successiva, alle h.12.30, è in una bella valletta in
territorio di Codrongianus che ha preso il nome dall’abbazia – fattoria dei monaci Camaldolesi: SS.
Trinità di Saccàrgia. Completata nel XII secolo, questa è forse la
chiesa romanica
più conosciuta ed apprezzata dell’isola per il suo
bicromismo bianco e nero dei conci di calcare e lava basaltica e
per il ciclo di affreschi dell’abside di connotazione bizantina.
Alle h. 13.00 sosta per il pranzo.
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Alle h. 15.30 circa, lasciata la SS.131, raggiungiamo il paese di
Sindia per una delle tappe più suggestive del nostro itinerario:
a tre chilometri dal paese infatti sorge la 59° abbazia
cistercense fondata da san Bernardo di Clairvaux durante la sua
vita, l’abbazia cistercense di Santa Maria di Corte o di
Cabuabbas. Pare che Bernardo abbia avuto rapporti e contatti
personali con la Sardegna, in particolare con il Re di Torres
Gonario II de Lacon Gunale, e per opera di questi fu costruita l’abbazia
in circa due anni ed occupata negli anni 1149 – 50. Costruita in
stile romanico borgognone da maestranze francesi era capace di
ospitare più di 200 monaci: di questa oggi resta in piedi il
braccio destro del transetto, tratti del coro e dell’abside e la
sagrestia. Si notano le fondamenta dell’aula capitolare e del
chiostro, ed il tracciato delle navate.
Alle h.17.30 facciamo sosta a San Leonardo di
Settefontane, un altro antico luogo di accoglienza per pellegrini e
viandanti, dove nel medioevo operarono altri Ordini religioso
– militari: furono probabilmente i Templari, appoggiati
dai Re di Arborea o di Torres, che fondarono la chiesa e
l’ospedale entrando poi in possesso di enormi ricchezze.
Successivamente passò agli ospedalieri di San Giovanni di
Gerusalemme (poi di Malta) che ne fecero una commenda. La località è sempre amena, ricca
di antiche piante silvestri e di sorgenti abbondantissime di acqua
salutare. Risalente al XII secolo, la chiesa fu eretta in stile
romanico probabilmente da artefici pisani e da “mastros
de muros” locali, e fu successivamente rimaneggiata con
aspetti tendenti al gotico: ancora oggi in un portale del fianco
destro potrete notare due croci di Malta scolpite in dadi
marmorei e una meridiana nei conci di basalto scuro. |
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Quindi
riprendiamo il pullman per la nostra ultima tappa: a Bonarcado, ancora oggi uno dei più frequentati centri di
devozione mariana, visitiamo la chiesa di Santa Maria che fu in passato luogo di
fatti politici importanti legati ai rapporti tra i judikes
ed
il papa: facente parte di un cenobio di monaci Camaldolesi giunti
da Pisa, la chiesa fu edificata nel XII secolo in stile romanico
e fu rimaneggiata nei secoli successivi. Ad attestare origini ancor più remote di devozione mariana
è il minuscolo santuario altomedioevale assai prossimo
alla chiesa, intitolato a Nostra Signora di Bonacattu: costruito in
forme romaniche a pianta cruciforme con i bracci coperti a volta
a botte, è meta di numerosi devoti alla Vergine di Bonacattu,
alla quale la leggenda attribuisce virtù miracolose.
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Infine, terminata la nostra
visita, riprendiamo il cammino verso il termine della nostra escursione
arrivando intorno alle h. 20.00 ad Oristano. |
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Partenza |
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h. 7,30 |
Partenza da Oristano |
Tappa |
BORUTTA |
h. 8,30 |
Chiesa romanica San Pietro di Sorres |
Tappa |
BANARI |
h. 9,30 |
Chiesa romanica Santa Maria di Seve |
Tappa |
OZIERI |
h. 10,30 |
Chiesa romanica Sant'Antioco di Bisarcio |
Tappa |
ARDARA |
h. 11,30 |
Chiesa romanica Nostra Signora del Regno |
Tappa |
CODRONGIANUS |
h. 12,30 |
Chiesa romanica Santissima Trinità di Saccargia |
Tappa |
CODRONGIANUS |
h. 13,00 |
Pranzo |
Tappa |
SINDIA |
h. 15,30 |
Chiesa romanica Santa Maria di Corte |
Tappa |
SANTULUSSURGIU |
h. 17,30 |
Chiesa romanica San Leonardo di Settefontane |
Tappa |
BONARCADO |
h. 18,30 |
Chiesa romanica di Santa Maria e santuario di Nostra Signora di Bonaccattu |
Arrivo |
ORISTANO |
h. 20,00 |
Arrivo ad Oristano |
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